Gestione Sostenibile delle acque reflue e di scarico

Oltre all’aria, l’acqua è l’elemento più importante per la conservazione della vita. L’acqua non è un bene infinito e, se non gestito adeguatamente, può tradursi in carenze gravi nel prossimo futuro. Una corrette gestione delle acque domestiche può dare una grossa mano al nostro ecosistema.

Già da diversi anni molte città, soprattutto nel Nord Europa, hanno adottato interventi edilizi ed urbanistici volti a ridurre il consumo e lo spreco dell’acqua inteso come bene comune. Ma anche a livello domestico possiamo fare molto. Stando ai recenti dati raccolti da Iridra, ogni persona consuma all’incirca 165 litri di acqua al giorno tra WC (30%) e igiene personale (41%), mentre solo una minima percentuale per bere e cucinare (7%).

Tuttavia, nell’ottica del risparmio idrico, è stato dimostrato che è possibile ridurre i consumi di circa il 50% semplicemente applicando dispositivi per il risparmio di acqua a rubinetti e wc. Il vantaggio non è solo quello di risparmiare acqua potabile, ma anche energia per scaldarla, con conseguente risparmio in bolletta e una diminuzione dell’inquinamento dell’aria e dell’effetto serra.

Risparmio acque domestiche: come attuarlo?

Tra i dispositivi più economici e facili da installare vi sono diffusori, limitatori di pressione e limitatori di flusso, che vanno applicati su rubinetti di lavandini, cucine e docce. Questi dispositivi permettono di regolare il flusso dell’acqua in funzione delle necessità e della pressione, oppure di creare una miscela aria-acqua, diminuendo così la quantità di acqua erogata senza alterare il livello di comfort.

Oltre a permettere il risparmio idrico, questi sistemi consentono di ridurre gli accumuli di calcare e ridurre i costi di manutenzione migliorando la pressione degli impianti idrosanitari.

Anche per quanto riguarda le acque meno nobili, provenienti dagli scarichi dei sanitari, possiamo prendere dei provvedimenti per la gestione sostenibile delle acque. Innanzitutto si potrebbe separare le reti di scarico delle acque nere (contenenti gli scarichi dei WC) e delle acque grigie (tutte le altre acque di scarico), in modo da riutilizzare per scopi non potabili, come ad esempio l’irrigazione di aree coltivabili o il riempimento delle cassette di risciacquo dei WC.

Anche le acque meteoriche possono essere recuperate e trattate per essere riutilizzate in campo agricolo o per altri scopi (cassette di risciacquo dei WC, lavaggio di piazzali, etc.). Generalmente vengono raccolte solamente le acque dei tetti. Alcune tipologie di copertura non sono però del tutto idonee per la raccolta e l’utilizzo a scopo irriguo (ad es. coperture in rame, zinco o piombo, senza trattamenti protettivi). Per un recupero a basso costo può essere sufficiente un piccolo serbatoio per la raccolta delle acque meteoriche, ma quest’applicazione è limitata all’utilizzo a scopo irriguo a causa della mancanza di filtro e pompa. Ormai sul mercato molte ditte offrono una vasta gamma di sistemi modulari “chiavi in mano”.

L’avvento della tecnologia anche nel settore sanitario ha poi portato alla progettazione di docce a basso consumo e rubinetti smart dotati di sensori che li disattivano quando non sono in uso.

Nel 2003 è stato emanato un Decreto Legge (n. 185), che stabilisce le norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue, allo scopo di limitare il prelievo delle acque superficiali e sotterranee, riducendo l’impatto degli scarichi sui fiumi e favorendo il risparmio idrico, mediante l’utilizzo multiplo delle acque di depurazione. Secondo il Decreto il riutilizzo deve avvenire in condizioni di sicurezza ambientale, evitando alterazioni agli ecosistemi, al suolo ed alle colture, nonché rischi igienico-sanitari per la popolazione. Inoltre, il riutilizzo irriguo deve essere realizzato con modalità che “assicurino il risparmio idrico”.

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