Argomenti
Il panorama delle detrazioni fiscali per interventi edilizi e di riqualificazione energetica risulta essere sempre più ricco di opzioni. Se la finalità è quella di consentire un restyling di edifici datati e con tendenza allo spreco e con notevoli emissioni nell’ambiente, di sicuro la strada è quella giusta.
Discorso diverso è tutto l’iter che deve essere affrontato per poterci arrivare!
La tematica dei bonus fiscali per interventi sulla casa, per quanto essi siano già presenti da anni, è diventata di dominio pubblico negli ultimi due anni, con l’avvento del Bonus 110%, che sulla carta doveva rappresentare un volano incredibile per la ripresa di tutto il settore edilizio.
Nonostante la finalità di questo ulteriore bonus casa sia lodevole, molti sono gli aspetti che risultano essere particolarmente oscuri.
Il quadro normativo appare confusionario e sempre in costante cambiamento, anche se si spera che la recente Legge di Bilancio 2022, che ha prolungato la durata del Bonus a tutto il 2024 (quindi non sarà da ridiscuterne la validità, almeno per i prossimi 3 anni) porti a cristallizzare maggiormente la situazione.
Problematiche che il settore edilizio ha accusato
Per quanto il 110 rappresenti un’opportunità interessante, ha rappresentato anche l’inizio di una serie di problematiche che il settore edilizio non riesce a scrollarsi facilmente di dosso. Vediamole brevemente.
Aumento dei costi delle materie prime
Forse l’effetto che si è maggiormente notato è proprio l’incredibile aumento del costo dei materiali edili, dovuto principalmente al numero di richieste di interventi con il 110%.
Per eseguire tutti questi lavori si è impennata la domanda di acciaio, cemento, legno, con un’offerta che, di contro, non aveva modo di poter soddisfare gli ordini in così poco tempo.
L’aumento dei prezzi è stata la naturale conseguenza di questo scompenso tra domanda e offerta.
La mancanza di materiale edile ha generato anche ritardi nei tempi di consegna, con sempre più abitazioni che vengono lasciate in stand-by anche per parecchi mesi.
Frodi al settore edilizio
Un’altra problematica da non sottovalutare riguarda i tentativi di frode al settore edilizio stesso.
L’avvento di questi nuovi bonus è diventata una straordinaria occasione di facile guadagno, soprattutto per soggetti legati ad ambienti della malavita.
Si sono scoperte nel tempo società ideate esclusivamente per l’acquisto dei crediti d’imposta ceduti, che potevano consentire un facile riciclo di soldi sporchi.
Proprio onde evitare queste truffe allo Stato, si è recentemente posto un freno alla pratica della cessione del credito (alternativa utile a chi non aveva intenzione di attendere 5 o 10 anni, a seconda del bonus, per recuperare il credito maturato sotto forma di detrazione fiscale), che potrà avvenire solo massimo tre volte e solo in favore di banche, imprese di assicurazione e intermediari finanziari.
Improvvisazione e lavori scadenti
Un’altra conseguenza spiacevole è l’impoverimento che si è riscontrato sulla professionalità ed esperienza di molti addetti ai lavori, spesso improvvisati del settore.
Questo è possibile se pensiamo all’enorme richiesta di nuovi interventi, che ha portato alla necessità di trovare manodopera in breve tempo per sopperire agli ordini.
La diretta conseguenza è stata quella di affidarsi a personale senza particolare grado di preparazione ed esperienza.
Si sono formate anche moltissime nuove ditte edili, spesso composte da pochi dipendenti e con la sola finalità di non lasciarsi sfuggire questa opportunità di lavoro.
Purtroppo è chiaro che in un settore come questo non ci si può improvvisare: ne sono derivati lavori eseguiti male e frettolosamente, con anche episodi di infortuni o morti sul lavoro, causati proprio dall’inesperienza.
Chi sta beneficiando realmente del 110?
Una questione su cui è necessario porre l’attenzione è la seguente: chi ci sta davvero guadagnando con questi interventi? Si ha una distribuzione davvero uniforme degli effetti positivi di queste riqualificazioni?
I dati relativi agli ultimi mesi parlano chiaro.
Una buona parte delle detrazioni (si parla di circa i 2/3 del totale) sono andate appannaggio di chi ha riqualificato abitazioni in classe A1 (di tipo signorile), A7 (villini), A2 (ad uso civile).
Questo fa presupporre che effettivamente le agevolazioni siano andate a beneficio non tanto delle classi meno agiate, quanto di quelle più ricche, o comunque con non particolari problematiche di reddito.
Ma il rischio in tutto questo qual è?
Che l’aumento dei prezzi e l’intervento su abitazioni di cittadini con reddito soddisfacente portino a uno scompenso tra costi sostenuti e il reale miglioramento del comparto immobiliare in termini di efficientamento energetico, lasciando indietro abitazioni dei quartieri più poveri.
Una valida alternativa se impossibilitati al 110
Ma se per vari motivi, come il mancato raggiungimento dei vari parametri previsti, non è possibile poter conseguire l’agevolazione al 110%, non abbiamo proprio altre alternative?
In realtà non è così! Delle interessanti opportunità vengono offerte dai classici bonus al 50% sulla ristrutturazione edilizia e quello al 65% per interventi di riqualificazione energetica.
Il fatto che la detrazione spettante sia inferiore a quella del 110% non deve far pensare che si tratti di agevolazioni poco convenienti, tutt’altro!
Molto spesso il loro utilizzo risulta semplificato rispetto a questa nuova detrazione.
Meno burocrazia e più facilità nel dispiego delle pratiche, porta sicuramente a far ritenere queste alternative particolarmente apprezzabili.
Nella fattispecie la detrazione al 50% risulta, paradossalmente, quasi più interessante di quella al 65%, considerando che:
- non vi sono delle pratiche particolarmente complesse da sbrigare per effettuare la richiesta;
- mentre il bonus al 65% è soggetto a verifiche relative al rispetto dei valori di trasmittanza termica, il bonus al 50% non prevede nessun obbligo in tal senso;
- per finire, con una detrazione al 65% vi sono una serie di spese necessarie per pratiche di cui si deve incaricare un tecnico abilitato, che risultano maggiormente onerose rispetto alla detrazione al 50%, al punto tale da annullare quel 15% di margine.
Di conseguenza, trovare una ditta che realizzi lavori come l’isolamento termico dell’appartamento proponendo soluzioni per il quale è previsto anche il 50% (un esempio può essere l’intervento di insufflaggio delle intercapedini), può rappresentare un modo sicuro e meno problematico di ottenere comunque una buona agevolazione fiscale per interventi che, in ogni caso, presentano un costo accessibile!