Siamo nel mezzo di una significativa trasformazione nel mondo dell’industria, grazie alla digitalizzazione della produzione e all’industria 4.0 – Vediamo in questo articolo come sta cambiando la produzione industriale.
Questa transizione, ribattezzata Industria 4.0, rappresenta la quarta rivoluzione avvenuta nel settore manifatturiero. Dalla prima rivoluzione industriale (meccanizzazione tramite acqua e vapore) alla produzione di massa e alle linee di montaggio che utilizzano l’elettricità nella seconda, la quarta rivoluzione industriale riprenderà quanto iniziato nella terza con l’adozione di computer e automazione e lo arricchirà con tecnologie intelligenti e sistemi autonomi alimentati da dati e apprendimento automatico.
Questo sviluppo viene favorito da incentivi a livello comunitario e nazionale, volti a dare un’ulteriore spinta alla digitalizzazione del comparto industriale. Il bonus beni strumentali, istituito dalla legge 232/2016, destinato a coprire gli investimenti in beni materiali nuovi volti alla trasformazione tecnologica, è stato prorogato fino al 2023.
Cosa si intende per Industria 4.0?
L’idea di Industria 4.0 è stata introdotta per la prima volta nel 2015 e ha delineato quattro principi progettati per supportare le aziende nell’identificazione e nell’implementazione di scenari di connettività: interconnessione, trasparenza delle informazioni, assistenza tecnica e decisioni decentralizzate.
L’industria 4.0 è principalmente uno standard nella produzione europea, sebbene abbia applicazioni a livello globale. Con particolare attenzione all’automazione e allo scambio di dati nella produzione, l’Industria 4.0 incoraggia i progressi tecnologici per migliorare i processi di produzione, inclusi il cloud computing, i sensori intelligenti e l’intelligenza artificiale.
Cosa prevede il bonus beni strumentali?
Gli acquisti di beni funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello “Industria 4.0” saranno agevolati fino al 31 dicembre 2025 ovvero, a determinate condizioni, fino al 30 giugno 2026. Stesso prolungamento temporale per i beni immateriali connessi, quali software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni. Nel bonus può rientrare anche l’acquisto di macchine utensili usate (per un approfondimento visita il sito di Mach Trade, leader nella vendita di macchinari industriali usati), a patto che rispondano ai requisiti del piano Industria 4.0.
Il bonus consiste in un credito d’imposta utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite modello F24. Pertanto, per gli investimenti effettuati fino al 31 dicembre 2022 (ovvero entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro il 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti per almeno il 20% del costo di acquisizione), il credito d’imposta spetta nella misura del:
- 40% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- 20%, per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni
- 10%, per la quota oltre i 10 milioni di euro e fino a 20 milioni, limite massimo di costi complessivamente ammissibili.
Gli acquisti di beni funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello “Industria 4.0” saranno agevolati fino al 31 dicembre 2025 ovvero, a determinate condizioni, fino al 30 giugno 2026. Stesso prolungamento temporale per i beni immateriali connessi, quali software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni.
Tuttavia, per gli investimenti negli anni 2023-2025, è prevista una rimodulazione del credito d’imposta, nella misura del:
- 40% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- 20%, per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni
- 10%, per la quota oltre i 10 milioni di euro e fino a 20 milioni, limite massimo di costi complessivamente ammissibili.
Sono molte le opportunità a disposizione per gli imprenditori che vogliono promuovere la crescita tecnologica della propria impresa. I beneficiari del bonus sono tantissimi, dal momento che possono accedere allo strumento agevolativo in parola tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato – incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti.