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Le confezioni necessarie per trasportare e conservare tutti quei prodotti che le industrie offrono al pubblico diventano inevitabilmente rifiuti. Negli ultimi anni, tuttavia, si sta diffondendo una nuova consapevolezza per quanto riguarda questo aspetto, che ha già portato ad adottare alcune soluzioni innovative da parte delle aziende.
Da un lato sono infatti disponibili materiali di nuova generazione, che offrono prestazioni simili a ciò che si utilizzava in passato; dall’altro lato si stanno sfruttando confezioni meno impattanti per l’ambiente perché composte da una minore quantità di materiale potenzialmente inquinante.
Come si confezionano le merci
Il confezionamento delle merci è una questione che coinvolge diversi attori, non esclusivamente l’industria che produce un bene, che sia esso un pezzo di ricambio, un alimento o un capo d’abbigliamento. Solitamente infatti queste industrie si rivolgono a degli specialisti di packaging che offrono numerosi servizi e personalizzazioni, come si può vedere ad esempio sul sito https://www.celvil.it/.
Queste aziende propongono soluzioni per il confezionamento di qualsiasi oggetto o alimento, così come shopper e sacchetti, che i distributori utilizzano per confezionare la merce per i propri clienti. Si tratta quindi di un settore molto ampio; proprio per questo vengono offerte tantissime soluzioni diverse, da adottare tenendo conto del tipo di oggetto da confezionare, del metodo di trasporto utilizzato, del tipo di negozio in cui dovrà essere esposto e di tutta la sua shelf life. Sì perché molti oggetti rimangono nei negozi per periodi di tempo molto lunghi, in alcuni casi per molti mesi.
I problemi del packaging “tradizionale”
Le confezioni che si trovano nei negozi di qualsiasi genere offrono una serie di problematiche per quanto riguarda il loro impatto ambientale. La principale riguarda le difficoltà di smaltimento, con la conseguente presenza, delle confezioni o di loro residui, nell’ambiente. Alcuni materiali risultano più impattanti rispetto ad altri sull’ambiente, ma è bene precisare che l’inquinamento va considerato sotto vari punti di vista.
Il primo, l’abbiamo già citato, è la difficoltà nello smaltimento; è bene però ricordare che per valutare l’impatto ambientale del packaging è necessario anche valutare la sua quantità per singolo oggetto venduto, perché ovviamente un sacchetto più grande, pesante e voluminoso, ha un impatto maggiore sull’ambiente rispetto a uno molto sottile, leggero e di piccole dimensioni. Oltre a questo è importante anche valutare l’energia utilizzata per produrre il materiale che compone il packaging così come l’eventuale quantità di acqua o suolo impiegati per ottenere la materia prima.
Si parla quindi di problematiche complesse, alle quali non è possibile rispondere proponendo un singolo materiale per la produzione di packaging green. Inoltre anche alcune tipologie di materiali considerati “verdi” possono comunque portare a un impatto ambientale importante.
Compostabile e biodegradabile
Tra le caratteristiche che vengono considerate green per le materie prime che si usano per produrre packaging la compostabilità e la biodegradabilità sono due elementi importanti.
È biodegradabile una materia prima che si degrada completamente se lasciata nell’ambiente; un esempio di materiale biodegradabile è la carta, che si rovina rapidamente se esposta alle intemperie. È compostabile, invece, un materiale che si degrada se mescolato ai rifiuti umidi, ai resti di cucina, a tutto ciò che si conferisce tra i rifiuti compostabili. La suddetta carta è sia biodegradabile che compostabile, ma lo sono oggi anche varie materie plastiche di nuova generazione.
Packaging sostenibile
Il concetto di packaging sostenibile è più ampio rispetto ai suffissi poco sopra analizzati. Un materiale è sostenibile se la sua filiera di produzione ha un impatto minino sull’ambiente. Tornando alla carta, essa è biodegradabile, compostabile e anche parzialmente sostenibile, in quanto deriva da materie prime rinnovabili.
Se per la produzione di packaging si sfrutta poi una materia prima riciclata, tale impatto ambientale si riduce ulteriormente. Oggi si possono fregiare di sostenibilità tanti materiali diversi; questo perché varie aziende impiegano materie prime completamente riciclabili, o che possono essere suddivise nelle varie componenti dopo la raccolta.
Confezionare gli alimenti
Chi produce packaging sostenibile e green deve poi fare i conti anche con ciò che il singolo sacchetto dovrà contenere e conservare. Nel caso in cui si tratti di alimenti è chiaro che alcuni materiali tradizionali possono non essere idonei. Tornando all’esempio della carta, questa non può essere utilizzata per confezionare un alimento deperibile o fluido, a meno di non essere rivestita in modo da renderla idrorepellente e impermeabile ai gas esterni.
In vari casi la soluzione più adatta e meno impattante per l’ambiente consiste nel produrre confezioni con materiali accoppiati, per ridurre sensibilmente l’utilizzo di materie prime non compostabili e non biodegradabili.