Hassan Fathy – Una voce dell’architettura sostenibile

HASSAN FATHY, architetto, urbanista, pittore e poeta egiziano, nacque il 23 marzo del 1900 ad Alessandria, e morì al Cairo il 30 novembre del 1989.

Nel 1926 concluse i suoi studi al Dipartimento di Architettura del Tecnico di Ingegneria di Giza/Cairo (oggi University of Cairo). Successivamente (1926-30) lavorò nell’Ufficio tecnico del Comune del Cairo. Occupò varie posizioni in uffici pubblici e governativi. A partire del 1954 fu professore alla Sezione “Architettura” della Facoltà delle Belle Arti dell’Università del Cairo.

Fathy conquistò l’attenzione internazionale dopo la pubblicazione, nel 1973, del suo libro Architecture for the Poor (University of Chicago Press). Il libro, ormai diventato un classico, descrive nei dettagli l’esperienza fatta da Fathy con la progettazione e la realizzazione del villaggio di Gourna, costruito con mattoni di terra cruda secondo tradizionali concetti architettonici egiziani: case con cortili, archi e tetti a forma di cupola. Nella realizzazione, Fathy collaborò strettamente con la gente per adeguare i progetti alle necessità delle famiglie. Egli insegnava agli abitanti come costruire con mattoni di terra cruda ed usare antiche tecniche decorative dirigendone i lavori di costruzione. Purtroppo, anche New Gourna non venne mai ultimata.

Nel 1980 fu il primo a ricevere il Premio Nobel alternativo (“…for saving and adapting traditional knowledge and practices in building and construction for and with the poor”). È stato detto che Fathy producesse “non solo domande, ma anche ispirazione; il suo insegnamento, la sua esperienza e il suo spirito costituiscono una delle maggiori risorse internazionali”. Dopo aver ricevuto, nel 1980, l’Aga Khan Award, nel 1984 ricevette anche la Medaglia d’Oro dell’Unione Internazionale degli Architetti.

Fathy è stato anche un abile violinista e la musica lo aiutava a tradurre le armonie musicali in architettura.

Fathy morì al Cairo il 30 novembre del 1989.

“La qualità e i valori inerenti la risposta tradizionale dell’uomo all’ambiente (sulle sfide ambientali), dovrebbero essere conservati senza rinunciare al progresso scientifico. La scienza può essere applicata a vari aspetti del nostro lavoro, se, allo stesso tempo, è subordinata alla filosofia, alla fede e alla spiritualità”.

I suoi principi:

  • Assoluta priorità dei valori umani
  • Assoluta importanza di approcci integrali, non parziali
  • Uso di tecnologie appropriate
  • Uso di tecniche costruttive che consentono la cooperazione degli utilizzatori
  • Ruolo essenziale della tradizione
  • Risveglio dell’orgoglio per la cultura nazionale tramite l’architettura

New Gourna e l’architettura tradizionale

Il valore dato da Fathy all’architettura tradizionale si palesa nei suoi sforzi compiuti a Gourna, un villaggio presso il famoso sito archeologico di Luxor (Egitto). A quell’epoca, Gourna era un tranquillo povero villaggio che però doveva essere spostato a causa degli scavi. Il progetto ne prevedeva uno nuovo un po’ più distante che avesse case costruite con telai in cemento armato, secondo gli schemi europei. Fathy propose invece di realizzarle in maniera tradizionale, cioè con mattoni di terra cruda e costruite dagli stessi poveri abitanti, tutti senza lavoro.

Queste case non sarebbero state solo meno costose, ma avrebbero meglio tenuto conto anche delle condizioni climatiche locali e delle differenze culturali tra l’Europa e il Medio Oriente. Il villaggio fu costruito tra il 1946 e il 1953, tuttavia mai ultimato così come proposto da Fathy. Fathy descrisse il suo sperimento sociale e architettonico 20 anni più tardi, nel suo libro Architecture for the Poor, an Experiment in Rural Egypt.

Il suo obiettivo non fu in primo luogo quello di dimostrare che si potevano costruire case in maniera più economica rispetto a quelle europee, ma anche quello di risolvere un problema sociale, ben più grave di quello dei costi. Propose di far costruire le case agli stessi abitanti, con le loro stesse mani, divenendo così autosufficienti. A questo scopo, egli stesso insegnò loro la costruzione in mattoni di terra cruda, tradizionalmente diffusa nella regione. Le abitazioni erano interamente costruite con archi, cupole, volte e gradini in questo materiale.

Nonostante il fatto che le nuove strutture fossero ben adatte al clima e rispettassero le tradizioni locali, questo tipo di costruzione non era adatta ad essere realizzata su ampia scala in Egitto. L’effetto dell’industrializzazione si palesò nel Terzo Mondo, cambiando la situazione in meglio o in peggio, e questo significava che solo ciò che derivava dall’Occidente era considerato “moderno”.

Proprio come l’Occidente aveva ignorato i valori delle culture dei popoli da esso colonizzati, gli intellettuali nativi degli stessi paesi ignoravano la forza e l’attrattiva dell’industrializzazione e ciò che essa poteva offrire al popolo. L’esperimento di Fathy a Gourna è fallito non perché non fosse valido o perché non aveva niente da offrire, bensì perché la sua filosofia sottovalutava il trend che andava in tutt’altra direzione. Le sue idee relative al valore delle tradizioni locali erano, sì, sagge, umane e piene di buon senso, ma prive della necessaria forza di persuasione.

Forse oggi, da quando nel Medio Oriente si assiste alla rinascita dell’orgoglio nazionale per la propria cultura e si comincia a riflettere sul proprio passato, particolarmente grazie a pensatori come Fathy, alcune delle sue idee sembrano essere prese in considerazione più seriamente. Egli credeva sinceramente che tutto ciò che è moderno e nuovo non è necessariamente anche la cosa migliore per il popolo; che certe tradizioni esistono perché sono ben adatte alla cultura indigena e che proprio per questo si sono conservate.

Così, per quanto riguarda la sostenibilità, si è dovuto scoprire che l’architettura indigena, spesso vecchia di secoli, non è solo più ecologica, ma anche più valida a lungo termine, rispetto alle tecniche edilizie più recenti che si vedono oggi applicate nel Mondo occidentale. Questa è la positiva lezione che possiamo trarre da New Gourna.

Probabilmente questo non è ciò che oggi si cerca, ma è sufficiente per soddisfare le necessità della gente per molto tempo. Nonostante questa lezione, a causa dell’inevitabile industrializzazione, le idee di Hassan Fathy non potranno essere applicate nella forma più pura, l’esperimento di New Gourna non è ripetibile. Sadly, New Gourna non rappresenta un esperimento fallito di un grande uomo, ma una tradizione architettonica che non sarà mai più come quella di una volta.

Fonti:
Associated Press. “Legacy of Egyptian Architect, Seen in Graves Hotel.” 08/24/00. http://www.cnn.com/2000/STYLE/design/08/24/egypt.graves.ap/
A.U.C. “Hassan Fathy – An Outline of his Life”. 2. 06/16/04. http://www.aucegypt.edu/hassanfathy/Outline/outline.html
Grove.ufl.edu. “Village of New Gourna”. 2. http://grove.ufl.edu/~jrosier/gurna.html
Between Tradition and Modernity.” 3. http://www.kmtspace.com/fathy.htm
Right Livelihood. “The Right Livelihood Award.” 06/16/04. http://www.rightlivelihood.se.
Fathy, Hassan. “Architecture and Environment”. Arid Land Newsletter. 36(1994). 4. Arizona.edu. 02/06/02. http://ag.arizona.edu/OALS/ALN/aln36/Fathy.html

Pubblicazioni
Costruire con la gente
Hassan Fathy

Nel 1946 Hassan Fathy accetta la sfida di costruire un nuovo villaggio per 7.000 abitanti. Si trattava di New Gourna, la più importante opera di “urbanismo dal volto umano” mai realizzato nel terzo mondo. Ma è sopratutto una inestimabile opera di attualizzazione delle tecniche costruttive e di climatizzazione che l’Egitto, e non solo, abbia visto. Un’opera che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per architetti di tutto il mondo

332 pp 19,10 Euro
ISBN: 8816-40162-1

Architecture for the Poor
Hassan Fathy

“Fathy demonstrates very powerfully that it is possible to build for the poor, in his country at least, cheaply and humanly by the use of earth for building and by teaching people to build for themselves. There is no other book quite like this. It is an important work and should have far-reaching effects on planning and building in the richer countries where the environmental consequences of present building techniques are being examined and questioned.”

368 pp 29,50 Euro
ISBN: 0226239160

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