Come smaltire le lampadine

La raccolta differenziata è oramai diventata una buon abitudine per tutti, oggi in automatico e senza soffermarci troppo a pensare sappiamo ben distinguere i diversi materiali e la loro destinazione nei rifiuti. Differenziare, ed è bene ricordarlo sempre, equivale a non inquinare ed a risparmiare. Il rifiuto riciclato infatti rappresenta una fonte importantissima che ci consente di preservare le materie prime portando avanti un’economia più sostenibile arrivando a vivere in un mondo meno inquinato.

Tra i tanti rifiuti che produciamo ci sono però anche prodotti che non si gettano frequentemente e che possono quindi trarci in inganno se parliamo di raccolta differenziata; parliamo ad esempio delle lampadine. Cosa accede quando una lampadina si esaurisce, dove la si butta?

è opportuno premettere che ci sono diverse tipologie di lampadine, ognuna con caratteristiche proprie:

  • lampade fluorescenti compatte
  • tubi fluorescenti
  • lampade a scarica ad alta intensità
  • lampade a vapori di sodio
  • lampade led

A seconda della tipologia cambia il tipo di smaltimento.

Raccolta differenziata delle lampadine

La maggior parte delle lampadine  possono essere riciclate. Riciclare una lampadina differenziandola correttamente rappresenta un vantaggio sotto molti aspetti.

Quasi tutte le  sorgenti luminose una volta esauste sono definite RAEE (nello specifico, si tratta di  RAEE di classe R5) secondo la normativa vigente, ossia Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. E possono quindi entrare a pieno merito  nel circuito virtuoso del riciclo.

Della categoria RAEE di classe R5 fanno parte:

  • le sorgenti luminose come tubi fluorescenti
  • lampade fluorescenti compatte
  • lampade a vapori di sodio a bassa pressione
  • lampade a Led
  • lampade a scarica ad alta intensità
    • comprese lampade a vapori di sodio ad alta pressione
    • lampade ad alogenuri metallici

Sono escluse le lampade a incandescenza e ad alogeni (contenenti il filamento metallico) che non sono soggette a raccolta differenziata. Ma si tratta di lampadine che non sono più prodotte e quindi il discorso vale fino ad esaurimento delle scorte.

Pensiamo in numeri: le sorgenti luminose rappresentano un mercato di circa 130 milioni di pezzi venduti annualmente. Riciclare queste cifre, o gran parte di esse, è un vantaggio economico ed ambientale non da poco.  I risultati di una raccolta corretta si vedono: i dati ci dicono che nel 2016 i materiali recuperati, parlando di RAEE classe R5, sono pari al  97,16% del materiale trattato. Il vetro rappresenta il 75% dei materiali recuperati dai rifiuti RAEE di raggruppamento R5.

In primis, quindi, quando si parla di lampadine,  è fondamentale non farsi ingannare: la lampadina non va gettata nel vetro: un errore che purtroppo viene fatto.

La lampada fluorescente esausta, che rientra nel raggruppamento R5, è un rifiuto che presenta alcune peculiarità che la differenziano dal resto dei RAEE. E’ in prevalenza costituita da vetro, quindi è molto fragile.
Contiene mercurio, che sappiamo essere sostanza dagli effetti pericolosi I per uomo ed l’ambiente
. E’ leggera e il suo peso complessivo si attesta attorno all’1% delle quantità totali di RAEE.

Per quel che concerne gli apparecchi di illuminazione, come torce, lampade da scrivania e abatjour, si tratta sempre rifiuti che appartengono alla raccolta differenziata dei RAEE ma al gruppo R4, insieme all’elettronica di consumo (telefonini, tablet) e ad altri piccoli elettrodomestici.

Dove buttare le lampadine a led

Nel gruppo RAEE di classe R5 abbiamo visto, rientrano anche le lampadine al led che sono sempre più frequentemente usate sia nelle nostre case che nei negozi, nell’illuminazione dei banchi alimentari dei supermercati o negli uffici.

I vantaggi che offrono sono innumerevoli: la resa elevata, la durata molto superiore rispetto a quella delle normali lampadine (la durata di una lampadina a led va da 10.000 a 50.000 ore a seconda del colore della luce, mentre le luci a incandescenza durano solo 750 ore) e, non ultimo,  il risparmio energetico.

Le lampade a led inoltre non sviluppano molto calore, hanno un’accensione immediata e sono resistenti a urti e nel tempo, praticamente non richiedono alcuna manutenzione per parecchi anni, fino al momento della loro sostituzione. Insomma vantano tutta una serie di lati positivi che trovano il consenso del consumatore. Ma occorre, una volta esaurite, smaltirle correttamente.

Potete decidere di  riconsegnare la lampadina a led esausta nei punti di vendita, al momento dell’acquisto di una nuova lampadina: per legge il ritiro è gratuito e può avvenire da parte dei negozianti dietro l’acquisto di un prodotto elettronico equivalente a quello consegnato.

Oppure, in alternativa, potete decidere di conferire la lampadina led esausta nei centri di raccolta abilitati affinché venga avviata al corretto processo di raccolta, ed essere riciclata. Per legge, sono stati infatti disposti appositi centri di raccolta, noti anche come isole ecologiche.

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